Scrivo queste poche righe con una certa titubanza perché trovo difficile richiamare alcuni valori elementari ma profondamente umani dopo tutto quello che abbiamo visto e sentito in questi giorni nei confronti delle persone arrivate con le carrette del mare. Mi rendo conto che la situazione è particolarmente difficile anche perché, come succede spesso, si strumentalizza la situazione per altri scopi.
Quello che vorrei dire è semplicemente di trattare queste persone come esseri umani: è questa mancanza di rispetto che non ci fa onore e squalifica la nostra persona: non è questa la nostra civiltà, non sono questi i nostri valori.
In comunità Emmaus abbiamo dato ospitalità ad una giovane coppia di africani che per settembre attende una nuova vita; sono persone carissime e molto rispettose che si sono inserite senza particolari problemi all’interno della comunità nella quale sono stati accolti dai “compagnons” in maniera esemplare…forse perché questa è la caratteristica delle nostre comunità fatta di gente che conosce cosa significhi miseria e abbandono….
Ma mi domando anche perché i nostri comuni, le nostre parrocchie non sono altrettanto disponibili ad accogliere piccoli gruppi? In questo modo si eviterebbero i grandi assembramenti che sono di difficile gestione e il rapporto con queste persone potrebbe essere più semplice e normale in modo da sfatare l’immagine dello straniero “che mangia i bambini” e viene qua solo per delinquere o per portare via il lavoro…
Viviamo in una momento storico in cui più che in altri è necessario vigilare per evitare derive che potrebbero portare a situazioni ingestibili.
In Europa stiamo assistendo all’innalzamento di muri, reticolati per evitare l’ingresso degli “stranieri”: costruiamo ponti, relazioni se vogliamo un futuro di pace e serenità.
Renzo Fior
Emmaus Villafranca