Il servizio di housing può essere considerato un “servizio per altri servizi”, così come il diritto alla casa è il presupposto per l’esercizio degli altri diritti. Il disagio abitativo, cui possiamo dare risposta concreta nei limiti delle nostre strutture, si accompagna il più delle volte ad una vulnerabilità sociale che richiede la costante presenza della Cooperativa, attraverso i propri volontari, per promuovere percorsi inclusivi ed evitare discriminazioni. Gli ambiti di sostegno ai soci che lo richiedono sono i più disparati, dalla semplice promozione della convivenza di vicinato, alla relazione con i datori di lavoro o alla ricerca del lavoro stesso, alla mediazione nei confronti degli Enti Pubblici per qualsiasi pratica amministrativa, alla relazione con gli enti scolastici e sanitari, fino alla consulenza in caso di ricerca di abitazioni alternative una volta superata la situazione di disagio (compresa la consulenza in ambito creditizio per l’accensione di mutui).
Per converso non può definirsi unidirezionale il nostro impegno, i soci residenti nei nostri alloggi devono maturare una cultura rispettosa delle regole della Cooperativa e della convivenza con gli altri ospiti, nonché una capacità di autogestione degli spazi di convivenza nei casi di fabbricati costituiti da più alloggi. Non dimentichiamo, comunque, che per diversi aspetti della tutela sociale i primi responsabili sono gli Enti Pubblici sul territorio, in particolare i Servizi Sociali dei Comuni, con i quali ci muoviamo sempre in coordinamento nel principio della sussidiarietà e mai della sostituzione.
In talune occasioni la collaborazione con gli EEPP è sfociata, dove necessario, in formali accordi e convenzioni (che non implicano al momento corrispettivi per la Cooperativa). In un caso (Prato Narnali), come forma particolare di accompagnamento, si è dato vita ad un progetto di co-housing femminile per madri immigrate con figli, sottratte a situazioni di abuso e violenza, dove il supporto abitativo è il presupposto per una progressiva stabilizzazione personale. Il progetto, condotto anche in questo caso in stretta connessione con i Servizi Sociali, intende promuovere un percorso di integrazione, delle madri e dei figli, che consenta, dopo qualche tempo, di uscire dalla convivenza e rendersi autonome con abitazione e lavoro propri.